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Appunti di viaggio, Sicilia occidentale - I° giorno

I° Giorno, Alcamo (TP) 29/09/2020


Splendida cittadina, ad un'ora da Palermo e 45 minuti da Trapani, molto rinomata in particolare per il suo vino D.O.C. che viene prodotto nei vigneti del territorio circostante e la cui produzione è consentita solamente nelle province di Trapani e Palermo.

L'Alcamo bianco in particolare si sposa bene se accompagnato a piatti a base di pesce non troppo elaborati, di cui la Sicilia è rinomata per le sue delizie culinarie.

Calice di vino D.O.C. di Alcamo
Calice di vino D.O.C. di Alcamo

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Noi abbiamo gustato alcune specialità e ne condividiamo volentieri le foto.


Il nome Alcamo, di etimologia incerta, viene fatto risalire all'epoca della dominazione araba; potrebbe infatti derivare dalla parola Alquam (terra fangosa).

Non a caso infatti, a circa 10 km sono presenti le Terme di Segesta, polle di acqua sulfurea con temperature intorno ai 44/46°, che consentono anche in periodi non estivi, di regalarsi un bagno rigenerativo e curativo in piena natura; le terme infatti sono libere.


Nel corso dei secoli la città, cosi come gran parte della Sicilia, è stata oggetto di parecchie dominazioni, dai Vandali e Ostrogoti: dai Bizantini ai Saraceni, Normanni e dagli Svevi.

Visitando il centro storico della città è infatti possibile ammirare siti d'interesse e monumenti che testimoniano le varie influenze avute nel tempo.


 


Castello dei Conti di Modica

Castello dei Conti di Modica Alcamo (TP)
Castello dei Conti di Modica (1340)

Fortezza inespugnabile e prestigiosa dimora di Enrico e Federico Chiaramonte che probabilmente lo costruirono tra il 1340 e il 1350, il castello prende nome dai Conti che ne furono proprietari dal 1410 al 1812.

Con la sua robusta mole, impostata su una pianta romboidale, e con le quattro torri alternate, due cilindriche e due quadrate, ha protetto la città e resistito per secoli a violenti attacchi, tra cui quello famigerato di un pirata islamico, il corsaro Barbarossa.

Sul prospetto nord resistono al tempo due originarie finestre monofore e nel cortile interno bifore e trifore.

Lo scalone d'onore del castello è in marmo rosso proveniente dalle cave del Monte Bonifato.

Orari di apertura al pubblico:

da mercoledì alla domenica dalle ore 9,00 alle ore 13,00

pomeriggio dalle ore 15,30 alle ore 19,30



 

Chiesa dei Santi Paolo e Bartolomeo


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Edificata nel 1615 sul luogo del soppresso Ospedale degli Incurabili, assunse l’assetto attuale nel 1689 ad opera dei trapanesi Giovanni, Francesco e Cristoforo Fica. La chiesa è situata in un grande isolato tra il palazzo Rocca ed il palazzo Triolo S. Anna e si affaccia sul corso 6 Aprile, arteria principale della città. Grazie a questa sua posizione privilegiata, pur trovandosi al di fuori del nucleo cinquecentesco dominato liturgicamente dalla Chiesa Madre, assume nel tempo un'importanza sempre maggiore nell'ambito della sua funzione, tanto da essere elevata già nel '600 a parrocchia autonoma. Nata come cappella col nome di S. Paolo in Conversione, e originariamente annessa ad un "Ospedale degli incurabili" fondato nel 1533 e in breve soppresso per mancanza di fondi, la chiesa incrementa la sua rilevanza: nel tempo infatti assumerà la doppia denominazione, accogliendo in sè nel 1615 la nuova cappella dedicata a S. Bartolomeo, e nel 1639 anche la parrocchia della SS. Trinità. Dato l'inevitabile accrescimento del numero di parrocchiani, si rende necessaria la sua totale ristrutturazione terminata nel 1702. Successivamente viene completata da molteplici decorazioni in stucchi di stile serpottiano ad opera dei maestri Vincenzo Messina ed Antonino Vultaggio, e da opere pittoriche di Antonino Grano, le quali tutte danno alla chiesa un aspetto ricco ed elegante. Negli ultimi anni del 1700 viene completato e rinnovato il prospetto su disegno del Cardone, mentre all'interno sono aggiunte due cappelle adiacenti all'abside maggiore. La facciata dalla robusta intelaiatura architettonica è del 1782. L’interno, sfarzosamente decorato, rappresenta la più alta espressione del barocco alcamese. Colonne di marmo rosso, proveniente dalle cave del monte Bonifato, suddividono in tre navate l’interno a croce latina con ampio transetto e abside rettangolare nella quale spicca la grande tela raffigurante i Santi titolari, del trapanese Giuseppe Felice (1701). L’affollata decorazione plastico-pittorica è vivacizzata dai raffinatissimi stucchi di Vincenzo e Gabriele Messina e dai pregevoli affreschi di Antonio Lo Grano. All'altare maggiore si ammira la tela del trapanese Giuseppe Felice raffigurante "I Santi Pietro e Paolo" (1701). Nella capella di Maria SS. del Miele si trova l'antico dipinto di Alcamo, la Madonna del Miele realizzato tra la fine del '300 e inizio '400 da autore ignoto.


 


Fontana Araba


Gli Arabi costruirono una fontana presso una sorgente d’acqua, nel casale Alqamah. Un forte terremoto, avvenuto alla fine del '400, pare abbia danneggiato la fontana, successivamente ricostruita.

Con il trasferimento della vita cittadina attorno al castello, si instaurò attorno alla fontana un’attività di pastorizia che determinò l'esigenza di costruire un abbeveratoio. La parte prospettica si presenta con due lavabi e con lesene sormontate da capitelli. L'abbeveratoio, in conci di pietra di calcarenite travertinoide risale alla prima metà dell'Ottocento.

Fontana Araba Alcamo
Fontana Araba Alcamo

 

Altre cose da vedere ad Alcamo:


Le rovine sul Monte Bonifato, che comprendono: la Funtanazza (che era utilizzata presumibilmente come serbatoio idrico), Porta Regina, il Castello dei Ventimiglia, i nevai e i resti dell'antico villaggio di Bonifato. le rovine nella zona di Calatubo, comprendono: il Castello di Calatubo, La necropoli in prossimità di esso e le rovine del villaggio nella zona circostante; i resti di antiche fornaci romane ad Alcamo Marina per la produzione di tegole e mattoni.


Il sito archeologico in contrada Mulinello, dove sono stati rinvenuti reperti risalenti al periodo Mesolitico; la zona in prossimità del Fiume Freddo, dove sono stati ritrovati reperti del Neolitico. Il Geosito Travertino della Cava Cappuccini risalente al Pleistocene ha portato al ritrovamento della corazza fossilizzata di una tartaruga, Geochelone sp, , lo scheletro di un elefante nano, Elephas falconeri, risalente a 260.000 anni fa e degli esemplari di ghiro gigante, cervo nobile, Cervus elaphus, e cinghiale, Sus scrofa, conservati al Museo Civico Torre di Ligny di Trapani


Chiesa di SS. Salvatore - Monastero delle Benedettine (Badia Grande).

Chiesa di San Tommaso (visibile esternamente)

Chiesa dedi Santi Cosma e Damiano

Torre De Ballis (visibile esternamente)

Basilica di Santa Maria Assunta

Museo d'Arte Sacra

Chiesa di Sant'Oliva

Collegio dei Gesuiti

Chiesa del Gesù

Chiesa di Maria SS. Annunziata


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